venerdì 11 luglio 2008

baldios - recensione del lungometraggio (I)


non avevo ancora dieci anni e le avventure di Maryn mi appassionavano assai; da bambino quale ero mi lasciava ammirato l'enorme potenza del robot e gli epici scontri che lo vedevano protagonista. Tuttavia, dopo parecchi anni, e dopo aver visto e rivisto il movie, devo constatare che per diversi aspetti "Baldios" è un anime robotico sui generis, fuori dagli schemi, distanziandosi per molti aspetti dal cliché tipico: sul possente robot non verte il fulcro della storia; la narrazione piuttosto è focalizzata sul suo giovane pilota, Maryn, del quale viene delineato un profilo psicologico alquanto dettagliato. Chi sarebbe costui? Un reietto, un traditore agli occhi del conducator Gattler, in realtà l'unico in grado di difendere la Terra dai micidiali attacchi dell'esercito di Aldebaran. Il suo tratto distintivo, in una parola, è la "pietas": l'attaccamento e la devozione verso la famiglia e verso la propria patria (in questo caso d'adozione), un luogo da difendere dagli attacchi di coloro che vogliono assoggettarla e colonizzarla. E questo è il primo punto su cui è bene soffermarsi: perché Maryn, pur perseguendo un nobile ideale, combatte contro la sua stessa gente? Suo padre, il professor Reigan, in punto di morte gli aveva chiesto di lottare affinché un altro pianeta non dovesse subire la stessa sorte di S-1, dal momento che il folle progetto dei militari di partire alla volta di un nuovo mondo da colonizzare avrebbe inevitabilmente portato alla sua contaminazione (n.b. in Baldios, i termini "contaminazione" e "distruzione" sono utilizzati pressoché come sinonimi). Rispettando la volontà paterna, e amando il pianeta che è diventato la sua casa, Maryn combatte per difendere la Terra, che dopo la tragica sorte di S-1 è nel mirino degli alieni; per questa sua decisione rischia più volte la propria vita, lotta contro la sua stessa razza e altresì è vittima dei sospetti che subito prendono corpo contro di lui da parte dei terrestri, cosa del resto ammissibile in uno stato bellico di scala globale: il ragazzo proviene dallo schieramento nemico, chi può garantire che non sia una spia infiltrata per distruggere dall'interno la base dei Blue Fixer, i quali costituiscono l'unico baluardo di difesa per la Terra? Maryn si offre volontario per pilotare il Baldios e dimostra la sua dedizione nonostante talvolta debba fare i conti con la diffidenza e l'aperta ostilità persino dei suoi due compagni, Raita ed Oliver. Ad un certo punto è quasi convinto, a causa di un piano nemico ben riuscito, di essere stato tradito e venduto dal professor Bannister, comandante della base terrestre, ma fortunatamente dopo un breve soggiorno forzato presso la base di Gattler nel sub-spazio riesce a fuggire e a portare via con sé Aphrodia, la bellissima assistente del conducator, nonché comandante in capo delle forze armate di S-1. I rapporti tra questa affascinante figura femminile e il generalissimo di Aldebaran, nonché quelli con lo stesso Maryn, sono assai controversi e torbidi. Il giovane, poco prima di lasciare da S-1 all'inseguimento della base di Gattler, aveva ucciso il fratello di Aphrodia, Milan, dopo che questi aveva appena freddato suo padre. Nonostante si sia trattato di legittima difesa, Aphrodia giura vendetta. Ma il rapporto tra il pilota del Baldios e la comandante nemica va ben oltre: come Maryn, anche lei ama profondamente il suo pianeta di origine, il legame che unisce i due costituisce un connubio inscindibile - vero e proprio leitmotiv della serie - con la crudelissima guerra che fa da sfondo a Baldios. Il loro è una sorta di "odi et amo" dei tempi moderni, una storia d'amore impossibile dal momento che i due si combattono con un ardore unico, quasi disperato, ciascuno all'interno del proprio schieramento; un odio che tuttavia stenta a manifestarsi appieno dal momento che, tra le altre cose, per questi due personaggi l'onore è ancora un valore in una guerra dove si è disposti a tutto pur di ottenere la vittoria, vittoria che equivale all'annientamento totale del nemico. Maryn e Aphrodia, entrambi prigionieri di un eterno duello senza né un vinto né un vincitore, sanno bene che non c'è posto per sentimenti diversi dall'odio e dalla violenza: uscirà vittorioso colui che saprà rimanere più saldo di fronte alla sciagura dei due popoli belligeranti. ma entrambi i giovani falliscono in questa più ardua - inumana - sfida. E nonostante questo, esulando dal rapporto prettamente privato dei due protagonisti, questi rimangono di per sé delle perfette macchine da guerra, ognuno secondo il proprio ruolo. Maryn pilota egregiamente il Baldios contro i mostri meccanici di Aldebaran, mentre Aphrodia impone una crudele legge marziale all'interno del suo esercito. E anche se più volte si dimostra esitante, la ragazza applica il rigidissimo codice militare andando incontro a dei terribili rimorsi.

domenica 6 luglio 2008

be kind (or cruelty is always possible later)


hello, i’ve waited here for you everlong tonight I throw myself into and out of the red out of her head she sang come down and waste away with me down with me slow how you wanted it to be i’m over my head out of her head she sang and I wonder when I sing along with you if everything could ever feel this real forever if anything could ever be this good again the only thing I’ll ever ask of you you’ve got to promise not to stop when I say when breathe out so I can breathe you in hold you in and now I know you’ve always been out of your head out of my head I sang

eccoti sono qui che ti aspetto da una vita questa notte ho voglia di gettarmi via, perdermi dentro la passione [e il desiderio] lei se ne stava a cantare senza un briciolo di razionalità coraggio, vieni giù, e perditi con me sarai mia complice [ma] fallo piano, come hai sempre desiderato che fosse io non ci sto più dentro era lei a cantare al colmo del piacere perciò io mi chiedo mentre intono il mio canto che s’aggiunge al tuo se tutte quelle vivide sensazioni avranno ancora un sapore così reale se avremo modo di apprezzare nuovamente tutto ciò che vi è di bello [in esse] [del resto] l’unica cosa che non mi stancherò mai di chiederti me lo devi promettere, è di non fermarti quando ti dirò - fermati! espira, sì che io possa inspirarti trattenerti dentro di me e solo ora realizzo che tu sei sempre stata al culmine dell’ebrezza ed io (ri)prendo a cantare senza capir nulla, tant’è la mia felicità

some people should die painfully (cos they deserve it)



farah, now that you’re here, can you tell me exactly how i should have done? farah, drives with her eyes closed do you ever inflict unwanted memories? i know you and i know it won’t take you long to make me smile farah, angelic girl i’ll have you know it’s you and me potentially farah, don’t pull the carpet from under me indifference is killing me am i wry? oh my! fallacy! fallacy in my words am i wry? i know you and i know you’re not afraid to say the least diamond ring diamond ring but you can’t find it cold is the night

oh farah, ora che sei qui, mi puoi dire con precisione come avrei dovuto agire? e farah, tu che sei così sicura [di te] da procedere ad occhi chiusi potresti mai condannarmi ad avere [i bei] ricordi che non desidero avere? eppure ti conosco e so che non ti ci vorrà molto a strapparmi un sorriso farah, angelica fanciulla, sarai mia e sappi che sto parlando in via del tutto ipotetica, di un’eventuale storia tra noi due farah, non tirarmi via il tappeto da sotto i piedi [diversamente] è la tua indifferenza che mi uccide sono io quello che ha qualche problema? Ah, la mia fallacia... potrei sempre sbagliarmi a dire queste cose! sarò io ad esser fatto male... io ti conosco e so che non hai paura di pronunciare la parola fine un anello di diamanti, un anello di diamanti... e tu che non lo trovi fredda è la notte

mercoledì 2 luglio 2008

don't look at me that way


through the alleyways to cool off in the shadows then into the street following the water there’s a bearded man paddling in his canoe looks as if he has come all the way from the cayman islands these canals, it seems, they all go in circles places look the same, and we’re the only difference the wind is in your hair, it’s covering my view I’m holding on to you, on a bike we’ve hired until tomorrow if only they could see, if only they had been here they would understand, how someone could have chosen to go the length I’ve gone, to spend just one day riding holding on to you, I never thought it would be this clear

attraverso le strette viuzze per goderci un po’ di frescura all’ombra e poi [sbucare] lungo la strada principale seguendo il corso dell’acqua un uomo con una folta barba sta remando, nella sua canoa sembra che arrivi direttamente dalle isole cayman parrebbe che questi canali rifluiscano facendo il girotondo ciascun posto è uguale all’altro, l’unica differenza la facciamo noi con il vento che ti scompiglia i capelli mi copri la visuale [e] mi tengo stretto a te, a bordo della bicicletta che abbiamo preso a nolo fino a domani se solo loro potessero vedere [con i loro occhi], se solo fossero stati qui mo’ comprenderebbero la ragione per cui qualcheduno possa aver deciso di fare tanta strada così come ho fatto io solo per trascorrere una giornata pedalando avvinghiato a te, [del resto] non avrei mai creduto che [quella ragione] si sarebbe parata così chiara e lampante dinanzi a me