domenica 29 giugno 2008

baldios - recensione del lungometraggio (II)



dicevo, il tema della vendetta ricopre un ruolo notevole nel quadro psicologico di Aphrodia, la quale tuttavia si barrica troppo spesso dietro a quello che è quasi un pretesto per giustificare la sua ostilità nei confronti del giovane difensore della Terra; ad ogni modo il tratto peculiare della sua caratterizzazione rimane fondamentalmente estraneo a quanto appena osservato. Nomen omen, recitavano gli antichi, ed è evidente come il nome di Aphrodia riveli tutta la prorompente bellezza e la vitalità di una fanciulla troppo presto privata di una vita serena e votata all'amore. E infatti, nonostante il ruvido aspetto da soldato, cieco esecutore della volontà di Gattler, la recondita femminilità della ragazza emerge chiaramente quando, una volta rapita da Maryn in fuga dalla base nel sub-spazio, è priva di sensi e sogna di trovarsi presso un faro che dà sul mare: l'idillica visione di lei che corre lieta sulla spiaggia incontro all'amato (che ha le fattezze di Maryn) viene bruscamente interrotto dalla comparsa di una figura oscura, completamente negativa: si tratta di Gattler, dal quale Aphrodia è terrorizzata. La complessità del legame che la unisce al conducator è tantopiù fitta in quanto non abbiamo a disposizione molti elementi di giudizio. A quanto leggo in rete sulla trama dell'anime, i genitori di Aphrodia, avversi al regime che il dittatore intendeva instaurare su S-1, erano stati uccisi in un incidente d'auto inscenato dallo stesso Gattler, il quale poi prese con sé i piccoli Aphrodia e Milan. Inizia così il processo di plagio nei confronti della ragazza che culminerà con l'atto di deflorazione da parte del conducator, atto che renderà Aphrodia totale succube dei disegni di dominio del suo padre-padrone.
torniamo poi alla vicenda, che si snoda su due binari paralleli, ovvero la medesima guerra vista dalla parte dei difensori e da quella degli invasori. La semplice ma terribile logica della sopravvivenza spinge entrambe le razze a competere in una lotta spietata, dove non c'è spazio per le trattative, in un gioco della torre dove o si vince (meglio, si sopravvive) o si è destinati a soccombere per sempre. I Blue Fixer sono gli unici che possono tener vittoriosamente testa alle sortite delle truppe volanti di Aldebaran, la federazione degli stati della Terra con le sue forze armate, come in qualsiasi serie robotica che si rispetti, è del tutto impotente dinanzi agli attacchi nemici che hanno una sicura via di fuga nel sub-spazio. Grazie all'arrivo di Maryn e alla fusione del suo Pulser Burn con i due mezzi aerei di Raita e Oliver, ecco che prende corpo il Baldios e finalmente la guerra tra i due mondi può giocarsi su una base paritaria. Significativo che nel movie il robot compaia solo di rado e, costituendo una pregevole eccezione nel genere robotico, esso non formi un unicum con il giovane preposto al suo comando. Non si può parlare qui di un mezzo meccanico "umanizzato", sorta di involucro materno e al contempo proiezione "mecha" del pilota e delle sue qualità di eroe. In altre parole, non vi è un Baldios "buono" che lotta per il "bene" (a dispetto di quanto è cantato nella sigla italiana del cartone animato), esiste bensì una macchina da guerra dagli effetti devastanti al servizio di una delle due parti in belligeranza. La vicenda non è incentrata sul Baldios come strumento bellico proprio perché in questo senso è caratterizzato il robot, una pura e semplice arma offensiva senza aura alcuna di sacralità dovuta al suo ruolo di difensore della Terra. Il Baldios semina morte tra i nemici così come l'esercito di Aldebaran falcidia la popolazione terrestre, anche grazie agli espedienti più meschini: all'interno della vicenda, non è apprezzabile lo sviluppo di una dicotomia tipica che in altre serie esiste tra i cosiddetti "buoni" difensori e i "cattivi" aggressori di turno, semmai si potrebbe parlare della contrapposizione tipica tra vita e morte che in questo lungometraggio assume toni fortemente drammatici. A ciascuna delle due razze in causa spetta una di queste due sorti, secondo l'esito della guerra.
Il finale è dei più tragici: un generale di Gattler, sull'orlo del fallimento totale, impazzisce e decide di attivare le armi nucleari tattiche presenti sulla Terra, trasformando così definitivamente il pianeta nell'antica patria S-1 - la beffa che ha dell'incredibile! La spiegazione è presto data: viaggiando nel sub-spazio, Gattler e i suoi senza saperlo avevano ripercorso il tempo a ritroso fino al tempo in cui la Terra, S-1, era ancora incontaminata e rigogliosa. Il dado è tratto. A bordo della base aliena (uscita pressoché a pezzi dallo scontro con i Blue Fixer) Gattler si trova di fronte a Maryn per l'ultimo duello ed ecco all'improvviso il colpo di scena: Aphrodia, comparsa nel momento più critico, anziché sparare a Maryn come ordinatole da Gattler ferisce quest'ultimo, che rimane così condannato a vagare per lo spazio, unico custode di milioni di civili addormentati nelle camere criogeniche. Maryn e la ragazza ritornano al faro su una Terra ormai devastata dalle innumerevoli esplosioni nucleari, per ammirare per un'ultima volta il mare. Nel movie i compagni di Maryn sono sopravvissuti all'ultima battaglia, ma di loro non si sa più nulla. Nessuna notizia in merito al futuro dei sopravvissuti, nessuna notizia sulla latente love story tra i due protagonisti. Ma allora, qual è il finale di Baldios? Certo, quello ecologico è certamente il messaggio principale, ma oltre a questo?

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