domenica 29 giugno 2008

don't you think it's time to convince yourself it's over?


beatrice. credo ormai si sia giunti ad uno stadio - parlo di me e di lei - una sorta di limes invalicabile per cui il nostro rapporto non avrà in futuro di che mutare, con questo voglio dire che la fissità dei ruoli agli occhi dell'uno dell'altra è satura e non suscettibile ad ulteriori scosse. il nostro è un legame prettamente biunivoco ed esclusivo, l'intersezione delle rispettive frequentazioni dà un insieme vuoto; io sto aspettando non so cosa, dalla sua persona gentile dalla sua figura graziosa. non si ride io e lei, si sta in pace nel silenzio una volta inquieto, riflettendo su cose passate, evitando di pre-occuparci l'uno dell'altra. oh, il mio affetto non può andare nella sua direzione dacché possiede ora uno specchio che riflette le mie attese e nei suoi confronti non si ripercuotono quegli stati dell'animo nervosi, insani. non più. non sto male e non sto bene per lei, per la quale ho nutrito e nutro da un anno una dedizione smisurata, un'attenzione fuori dal comune. se tutte le nostre gioie sono davvero di fantasia allora lei m'appartiene così come m'apparteneva e allo stesso modo nelle mie veglie notturne, con ciò intendo dire: non mi manca. no, contemplo la sua figura nel mio immaginario, lei così sensuale e umile, si schernisce ribadendo la sua estraneità ai ranghi di una bellezza che invero le è propria. mezza ora - poco più! - un aperitivo su misura per il cielo muto sopra di noi, per i suoi occhi marroni, per le sue labbra che non si consumano da tempo. niente sentimenti, solo le nostre nature che divergono in modo scandaloso, io che incasso i suoi ripetuti rifiuti e la cosa non mi fa ne caldo ne freddo. è la prassi per me, farmi strada in lei in una qualche maniera, incespicando nei suoi sguardi assenti nei suoi silenzi lunari, luna che ne parafrasa il viso, espressioni che tanto preoccupano la parte più frivola di me, la più sciocca e volubile. e non m'intristisce pensare a lei, e non mi rallegra, solo una leggera commozione mi pervade perché lei è una sognatrice e una ragazza disposta a molto per gli altri e lascio nel vago altre cose che fatico a mettere a fuoco. non la vedrò per un po' perché è questo che desidero, perlomeno finché non tornerà ad essere mia e non c'è assolutamente nulla d'irrispettoso in questa decisione - spero solo una tantum di riuscire a portarla fino in fondo! non è il mio oggetto del desiderio e non è nemmeno colei che vagheggio nei pomeriggi vacui, (annoiato da un nonnulla!) - eppure lei! è la presenza la quale mi permette di trascorrere sereni i miei sonni e solari le giornate, la coscienza di lei e del bello che ci può essere nelle persone che io - a torto a ragione - sovente disprezzo.

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