


ogni separazione, per me, ha delle grosse ripercussioni tout court sulla mia esistenza: mangio poco e male, sono molto più malinconico, le mie aspettative sul futuro si rabbuiano, ho sempre l'impressione di essere brutto, vecchio, stanco nonché assumo l'espressione di un malato terminale, o di un condannato al patibolo, che poi è la stessa cosa. risalire il baratro. vincere la noia che sempre più spesso si tramuta in angoscia, di giorni tutti uguali su questa terra che lentamente muore. una fotocopia, un copione che ricorre ogni giorno e sai, comincio a pensare che se dormissi di più, più a lungo, avrei perlomeno meno tempo per schifarmi di me stesso, del mio mondo, delle persone che frequento e che non apprezzo, delle loro vite così aberranti che mi si parano innanzi a mo' di teatrino degli orrori, un incubo kafkiano che ricorre. per certi versi bea mi salvava da tutto questo, fino a quando non ho cominciato a provare ansia al suo cospetto, un desiderio impellente di stare bene con lei ad ogni costo. e litigavamo tanto, per sciocchezze davvero, i nostri caratteri così diversi! mi manca, mi mancano gli aperitivi in CdO, il sesso in macchina, i suoi sporadici slanci d'affetto, il suo sapore e i suoi occhi su di me. la sua sincerità disarmante, preziosa. ho eliminato gli oggetti che potessero ricordarmela e dunque ogni cosa perde contorno, e l'intelligenza non mi è d'aiuto a distinguere bene e male, le convinzioni vacillano all'oscillare delle ore, degli umori, dei colori del cielo. delle canzoni che ascolto o che skippo nervosamente, perché mi riportano in qualche modo a lei. e non sto bene, e non sto male, mi crogiolo. the dream has gone and the baby is real.
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